Definizione
Il disturbo da binge-eating, conosciuto anche come Binge-Eating Disorder, è un disturbo psichiatrico che rientra nella categoria del DSM-5-TR dei disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. La sindrome si manifesta con la presenza di episodi ricorrenti di ingestione di grandi quantità di cibo in un breve arco temporale (solitamente due ore, o meno) e una sensazione di perdita di controllo. Chi ne soffre non riesce a smettere di mangiare e non controlla la quantità di cibo che viene anzi ingerita anche in assenza di fame, fino a sentirsi male fisicamente.
Ne può derivare un forte senso di colpa, vergogna o disgusto per i propri comportamenti alimentari insieme a sentimenti di depressione e ansia. Il disturbo può indurre a una serie di conseguenze negative sulla salute tra cui: l'aumento di peso, l'obesità, l'ipertensione, il diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Sintomi
I sintomi del disturbo da binge-eating possono includere:
episodi ricorrenti di ingestione di grandi quantità di cibo in un breve lasso di tempo (solitamente due ore, o meno);
la sensazione di perdita di controllo durante l'episodio di abbuffata;
il non riuscire a smettere di mangiare o controllare la quantità di cibo ingerito;
il mangiare anche quando non si ha fame o fino a sentirsi male fisicamente;
il provare un forte senso di colpa, vergogna o disgusto per i propri comportamenti alimentari;
sintomi di depressione e ansia;
aumento di peso e obesità;
ipertensione, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari;
consumo di grandi quantità di cibo di nascosto o in solitudine;
sensazione di isolamento sociale o di vergogna per i propri comportamenti alimentari;
preoccupazione costante per il proprio peso o la forma del corpo;
bassa autostima o bassa fiducia in se stessi;
disturbi del sonno, dell'umore e dell'attenzione;
tendenza a seguire diete estreme o restrizioni alimentari senza successo nel lungo termine.
Cause
Le cause del disturbo da binge-eating sono ancora oggetto di studio; si ritiene tuttavia che una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali possa contribuire allo sviluppo del disturbo.
Fattori genetici: la ricerca ha dimostrato l'esistenza di differenze genetiche rilevanti, in grado di influenzare la propensione al binge-eating: uno studio condotto su vari ceppi di topi, ad esempio, ha dimostrato che alcune variazioni genetiche possono aumentare la tendenza a mangiare in modo eccessivo; parimenti, simili fattori genetici potrebbero determinare lo sviluppo di questo disturbo alimentare anche negli esseri umani (Kirkpatrick et al., 2017). Disturbi alimentari come il binge-eating tendono a presentarsi all'interno delle stesse famiglie: studiando la condotta alimentare di alcuni gemelli è emerso che i fattori genetici possono spiegare dal 40% al 60% della predisposizione a questi disturbi (Trace et al., 2013).
Fattori psicologici (perfezionismo): il perfezionismo socialmente prescritto può innescare il binge-eating, esponendo gli individui a situazioni stressanti quali discrepanze interpersonali e bassa autostima, che spesso portano a episodi di abbuffata (Sherry & Hall, 2009). Il perfezionismo socialmente prescritto si riferisce al sentirsi sotto pressione per soddisfare le aspettative e gli standard elevati imposti dagli altri, spesso percepiti come irraggiungibili o troppo difficili da raggiungere; ne deriva una forte preoccupazione per il giudizio altrui e la paura di deludere.
Fattori psicologici (bassa autostima e disinvestimento corporeo): anche la bassa autostima e il disinvestimento corporeo sono fattori di rischio per il binge-eating negli adolescenti poiché ne disincentivano l'averne cura e protezione portando, al contrario, a nutrire sentimenti negativi per il proprio corpo. Ne deriva l'importanza di un maggiore investimento emotivo per ridurre la vulnerabilità a tali comportamenti nei giovani (Cella et al., 2021).
Fattori psicologici (difficoltà nella regolazione delle emozioni): la ricerca indica che le emozioni negative e le strategie di regolazione emotiva disadattive contribuiscono all'insorgenza e al mantenimento del binge-eating (Dingemans et al., 2017).
Fattori ambientali e comportamentali: restrizione calorica, stress, disponibilità di cibo, condizionamenti a stimoli ambientali e sensoriali.
Restrizione calorica: imporre limiti eccessivi all'assunzione di calorie può portare a episodi compensatori di abbuffata (Mathes et al., 2009).
Stress: i periodi di tensione emotiva possono indurre a cercare conforto nel cibo.
Disponibilità di cibi appetibili: l'accesso facile a cibi particolarmente gustosi e ricchi può incentivare l'abbuffata (Mathes et al., 2009).
Condizionamento a stimoli ambientali e sensoriali: specifici contesti o stimoli sensoriali possono scatenare comportamenti di abbuffata, similmente a riflessi condizionati (Mathes et al., 2009).
Fattori stressanti: esperienze di stress, traumi, abusi fisici o sessuali, problemi familiari e sociali possono contribuire allo sviluppo del disturbo (Groth T., et al. 2020).
Vi è inoltre una possibile relazione tra il disturbo e l'obesità (Burrows, T., et al., 2017), l'iperattività e la disfunzione esecutiva (Blume, M., et al., 2019).
In Italia uno studio ha rilevato una correlazione (circa 18%) tra obesità e binge-eating (Ramacciotti et al., 2000).
Tuttavia, il disturbo può manifestarsi in individui senza una storia di disturbi alimentari o di diete estreme: la complessità del disturbo richiede un'analisi approfondita del caso individuale per determinarne le cause specifiche e personalizzate.
Diffusione
Il binge-eating (BED dall'inglese) risulta diffuso nel 3,5% nelle donne e del 2% negli uomini. Il rischio di sviluppare questo disturbo è aumentato con le generazioni più recenti. Il BED viene spesso associato ad altri disturbi psicologici e a obesità severa (indice di massa corporea ≥ 40). Molte persone affette da BED riscontrano problemi nel funzionamento quotidiano ma non tutti cercano un aiuto professionale (Hudson, Hiripi, Pope, & Kessler, 2007).
Sembrerebbe avere una diffusione dell'1,6% tra gli adolescenti americani (Swanson et al, 2011).
Da uno studio condotto attraverso i sondaggi sulla salute mentale mondiale dell'OMS, che hanno raccolto dati in 14 paesi, il binge-eating ha una prevalenza dell'1,4% nei paesi studiati e tenderebbe a manifestarsi per la prima volta in adolescenza, o nei primi venti anni, con la durata media di circa 4,3 anni (Kessler et al., 2013).
Il disturbo interessa individui di qualsiasi età, genere, orientamento sessuale, razza, etnia; la complessità del disturbo richiede un'analisi approfondita del caso individuale per determinarne cause specifiche e personalizzate.
Diagnosi
La diagnosi del disturbo da binge-eating viene effettuata da un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra, attraverso un esame clinico completo e mediante l'utilizzo dei criteri diagnostici stabiliti dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5 TR).
Per soddisfare i criteri diagnostici, il paziente deve presentare almeno un episodio di abbuffata a settimana per tre mesi, unitamente alla sensazione di perdita di controllo e disagio elevato.
Il professionista della salute mentale può utilizzare vari strumenti per valutare i sintomi del disturbo, tra cui interviste cliniche strutturate, questionari e registrazioni alimentari.
La diagnosi è talvolta complessa a causa della sua somiglianza con altri disturbi alimentari (come la bulimia nervosa); non a caso dovrà essere effettuata da un professionista esperto e qualificato nel campo dei disturbi alimentari e della salute mentale.
Può essere in remissione parziale, in remissione completa, di gravità (in base agli episodi di abbuffata a settimana): lieve (1-3 episodi), moderata (4-7 episodi), grave (8-13 episodi) o estrema (oltre 14 episodi).
Trattamento
Il trattamento del disturbo da binge-eating si basa su un approccio multidisciplinare e integrato che combina diverse modalità terapeutiche, tra cui:
Psicoterapia cognitivo-comportamentale (CBT): la CBT è una delle terapie di riferimento per il disturbo da alimentazione incontrollata o binge-eating (BED), particolarmente efficace per i pazienti che valutano eccessivamente la forma e il peso del corpo; aiuta a ridurre considerevolmente gli episodi di binge-eating e a migliorare sia la psicopatologia specifica dei disturbi alimentari sia quella psicopatologica generale, come la depressione. La versione più recente di questa terapia, la CBT-E (CBT migliorata), si sta dimostrando più efficace grazie all'inclusione di moduli opzionali che affrontano problemi interpersonali e di regolazione emotiva (Atwood & Friedman, 2020; Wilson, 2011)
Psicoterapia interpersonale (IPT): l'IPT si concentra sul miglioramento delle relazioni interpersonali e sul ruolo che questi rapporti possono giocare nel comportamento alimentare disordinato, ed è particolarmente utile per affrontare i problemi interpersonali che possono scatenare o perpetuare il ciclo del binge-eating. Come la CBT, anche l'IPT ha dimostrato di essere efficace nel produrre remissioni dal binge-eating e nel migliorare le condizioni associate di disagio psicologico (Wilson, 2011).
Terapia farmacologica: il trattamento farmacologico può essere utilizzato come supporto alle terapie psicologiche per il disturbo da alimentazione incontrollata (BED). Alcuni farmaci si sono rivelati vincenti nel ridurre gli episodi di binge-eating e migliorare i tassi di astinenza; non sono tuttavia generalmente efficaci nel promuovere la perdita di peso e i risultati possono variare in base a diversi fattori. È necessario prestare attenzione agli effetti collaterali e continuare la ricerca per identificare trattamenti più efficaci e duraturi (Brownley et al., 2007).
Educazione nutrizionale con perdita di peso: per quanto concerne il trattamento dell'obesità associato al binge-eating, la perdita di peso comportamentale (BWL) è un elemento essenziale del trattamento e mira a promuovere la consapevolezza alimentare e a incoraggiare un'alimentazione sana e bilanciata (Grilo,et al., 2011).
Terapia di gruppo (guidata o assistita da un terapeuta): questo tipo di trattamento prevede la guida o il supporto di un terapeuta durante le sessioni di gruppo ed è efficace nell'aiutare i pazienti a ridurre gli episodi di binge-eating. La presenza di un terapeuta aiuta a strutturare il percorso, fornendo un supporto professionale che può accelerare il processo di miglioramento e aiutare a mantenere l'impegno nel trattamento (Peterson et al., 2009).
Terapia di autoaiuto in gruppo: la terapia di autoaiuto di gruppo permette ai partecipanti di lavorare sui rispettivi problemi di binge-eating con il sostegno reciproco, senza la guida diretta di un terapeuta. Tale approccio conferisce una maggiore flessibilità e può essere particolarmente utile per coloro che cercano una soluzione meno strutturata o per chi ha difficoltà ad accedere a servizi terapeutici professionali. Nonostante una minore efficacia immediata rispetto alle terapie guidate, può risultare efficace nel lungo termine (Peterson et al., 2009).
La scelta del trattamento è correlata alle specifiche esigenze individuali e alle indicazioni del professionista della salute mentale di riferimento, e richiede un approccio personalizzato e flessibile.
Sintesi
Il disturbo da binge-eating (BED) è un disturbo alimentare caratterizzato da episodi ricorrenti di abbuffate, con una sensazione di perdita di controllo durante l'episodio e una forte sensazione di colpa o vergogna. I sintomi includono anche aumento di peso, obesità, ipertensione e diabete di tipo 2. Le cause sono complesse e includono fattori genetici, psicologici e ambientali. Il disturbo è diffuso in tutto il mondo e la sua diagnosi viene stabilita da un professionista della salute mentale, utilizzando i criteri diagnostici stabiliti dal DSM-5 TR. Il trattamento si basa su un approccio multidisciplinare e integrato che combina diverse modalità terapeutiche, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale e interpersonale, l'educazione nutrizionale, la terapia farmacologica e la terapia di gruppo. Il trattamento richiede un approccio personalizzato e flessibile, che tenga conto delle esigenze individuali e della complessità del disturbo.
Libri sulla tematica
"Binge-Eating e Bulimia. Trattamento dialettico-comportamentale" di Debra L. Safer, Christy F. Telch, e Eunice J. Chen: il libro introduce un approccio terapeutico innovativo per il trattamento del binge-eating e della bulimia nervosa, utilizzando la terapia dialettico-comportamentale; nel testo viene illustrato come questi disturbi alimentari possano essere manifestazioni di strategie disfunzionali di regolazione emotiva e offrono strumenti pratici per aiutare i pazienti a gestire emozioni dolorose e rinunciare alle abbuffate. Il testo include esercizi, schede di lavoro e casi clinici per facilitare l'applicazione pratica del trattamento.
"L'alimentazione emotiva. La soluzione DBT per rompere il cerchio delle abbuffate" di Debra L. Safer, Sarah Adler, e Philip C. Masson: il testo applica la Dialectical Behavior Therapy (DBT) per fronteggiare il binge-eating e l'alimentazione emotiva, fornendo gli strumenti per riconoscere le cause emotive delle abbuffate, praticare la mindfulness e cambiare il comportamento alimentare passo dopo passo; offre inoltre esercizi pratici, esempi reali e racconti per sviluppare le abilità necessarie per superare le trappole emotive e alimentari.
"Mindful Eating. Per riscoprire una sana e gioiosa relazione con il cibo" di Jan Chozen Bays: il libro introduce il concetto di mindful eating e l'importanza di essere completamente presenti e privi di qualsiasi forma di giudizio durante i pasti, coinvolgendo tutti i sensi. L'autrice, pediatra e maestra di meditazione, guida il lettore verso una relazione con il cibo più sana e piacevole offrendo tecniche pratiche per godere di ogni boccone in modo consapevole. La nuova edizione include anche una meditazione guidata e riflessioni aggiornate sulla mindful eating durante la pandemia.
"Never Binge Again(tm): Reprogram Yourself to Think Like a Permanently Thin Person. Stop Overeating and Binge Eating and Stick to the Food Plan of Your Choice!" di Glenn Livingston e Yoav Ezer: un testo che offre una prospettiva unica e provocatoria sul superamento del binge-eating. Ex psicologo ossessionato dal cibo, l'autore propone tecniche specifiche per spegnere i pensieri autodistruttivi associati all'alimentazione eccessiva mediante esempi personali e strategie concrete, e mira a liberare i suoi lettori dall'ossessione per il cibo, permettendo loro di seguire un piano alimentare salutare senza ricadute.
"Terapia cognitivo-comportamentale del disturbo da binge-eating. La guida per i pazienti" di Riccardo Dalle Grave: questo manuale descrive il trattamento CBT-BO, un approccio integrato alla terapia cognitivo-comportamentale specifico per il disturbo da binge-eating e l'obesità. Fornisce inoltre una guida dettagliata per i clinici su come interrompere gli episodi di abbuffata e raggiungere un peso salutare, includendo strategie personalizzate e flessibili basate sulle ultime ricerche scientifiche.
"Vincere le abbuffate. Come superare il disturbo da binge eating" di Christopher G. Fairburn: esperto di disturbi alimentari, Fairburn offre un approccio pratico privo di diete rigide per il superamento del binge-eating e aiuta i suoi lettori a interrompere l'abitudine di mangiare meccanicamente, adottando uno stile alimentare sano. Il manuale include anche strategie per affrontare problemi di immagine corporea e mantenere nel tempo una relazione salutare con il cibo.
Film
"Huge" (2010-2011): serie televisiva che racconta la storia di un gruppo di adolescenti che frequentano un campo estivo per persone in sovrappeso e affrontano questioni legate all'immagine corporea e all'alimentazione.
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Fonti bibliografiche
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